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Riduttori epicicloidali oppure riduttori planetari


I riduttori epicicloidali semplici, anche denominati riduttori planetari, presentano molti vantaggi dal punto di vista strutturale. Ma come sono costruiti? È presto detto:

  • Al centro di un riduttore epicicloidale ruota il cosiddetto ingranaggio solare.
  • Attorno a tale ingranaggio solare sono montate ruote dentate cilindriche uniformemente distribuite lungo la circonferenza – ed è da qui che deriva il termine riduttore planetario..
  • Queste ultime ruotano su un'orbita concentrica – analogamente alla rotazione dei pianeti attorno al sole. Per questa ragione i riduttori planetari sono definiti anche riduttori epicicloidali..

Nel complesso un riduttore epicicloidale presenta quattro componenti:


1: La carcassa

Internamente dentata, è nota anche come corona. Nella corona ruotano i satelliti e l'ingranaggio solare. Nella maggior parte dei casi la carcassa è progettata in modo da essere fissa. Il riduttore viene messo in movimento dall'ingranaggio solare in posizione coassiale rispetto alla flangia di uscita..


2: Il pignone solare o ingranaggio solare

Si trova al centro del riduttore. Sull'ingranaggio solare si esercitano per lo più le forze in ingresso dirette dell'albero motore. Gli ingranaggi planetari disposti attorno all'ingranaggio solare trasmettono quindi la forza dal pignone solare alla corona. Contestualmente, il rapporto di riduzione lo determinano il numero di denti dell'ingranaggio solare e il numero di denti della corona..


3: Gli ingranaggi planetari

Nella maggior parte dei casi sono tre, nel nostro esempio sono quattro le ruote dentate che ruotano fra la corona e l'ingranaggio solare. Una peculiarità dei riduttori epicicloidali è che in linea di principio vi si possono utilizzare molti ingranaggi planetari. Più sono, tanto migliore sarà la distribuzione del carico e della coppia in un riduttore epicicloidale. A ciò si aggiunga che in tal modo si può ridurre la potenza di rotazione. Importante: il numero di denti negli ingranaggi planetari non incide sul rapporto di riduzione del riduttore.


4: Il portasatelliti

Il portasatelliti collega reciprocamente gli ingranaggi solari in rotazione ricorrendo a perni sui quali sono posizionati gli ingranaggi planetari. Nella maggior parte dei riduttori epicicloidali il portasatelliti funge contemporaneamente da albero di uscita del riduttore. In tal modo la coppia e il numero di giri degli ingranaggi planetari sono trasmessi direttamente all'albero di uscita attraverso il portasatelliti..


Qual è la caratteristica decisiva del riduttore epicicloidale?

La struttura si presenta semplice e allo stesso tempo flessibile. Dall'altro i riduttori epicicloidali vantano un rendimento elevato. Questo dipende dal fatto che solo una parte della potenza totale deve essere trasmessa sotto forma di potenza di rotazione. È in questa pressoché perfetta distribuzione del carico che consiste anche il maggior vantaggio di un riduttore epicicloidale rispetto a un riduttore a ruote dentate cilindriche. Infatti così è possibile trasmettere coppie elevate con un forte rendimento anche con una struttura compatta.

 

Come si attua il rapporto di riduzione in un riduttore epicicloidale?

Il rapporto di riduzione in un riduttore epicicloidale si crea dall'interazione fra corona e ingranaggio solare. Quanto più piccolo sarà l'ingranaggio solare, tanto maggiore sarà il rapporto. Del resto dal punto di vista tecnico sono ragionevoli rapporti di riduzione compresi in un range fra 3:1 e 10:1. Al di sotto e al di sopra di questi valori gli ingranaggi planetari o l'ingranaggio solare diventano semplicemente troppo piccoli. Se tuttavia servissero rapporti di riduzione maggiori, si potrebbero collegare in serie, uno dietro l'altro, più stadi planetari anche in una corona. In questo esempio, invece di un riduttore epicicloidale monostadio si crea semplicemente un riduttore epicicloidale a più stadi..


I riduttori epicicloidali hanno anche altre particolarità?

Sì: per esempio si possono modificare i numeri di giri, i sensi di rotazione e le coppie. Succede quando la corona non viene bloccata, ma si modifica la struttura del sistema di ingranaggi planetari. Esiste però anche la possibilità di bloccare l'albero di uscita e di applicare la coppia dalla corona.


Dove si utilizzano i riduttori epicicloidali?

In generale praticamente ovunque. Infatti, i riduttori planetari assumono grande importanza in tanti settori della meccanica. Li si utilizza particolarmente volentieri in quegli ambiti nei quali vi è l'esigenza di potenze e numeri di giri elevati, adattando favorevolmente i rapporti di inerzia di massa. Con i riduttori epicicloidali è facile anche realizzare rapporti elevati..


I vantaggi dei riduttori planetari:

  • L'albero in ingresso e l'albero di uscita sono coassiali..
  • Il carico viene distribuito su vari ingranaggi planetari..
  • Con la combinazione di più stadi planetari, le opzioni per i rapporti di riduzione sono pressoché illimitate..
  • Un rendimento elevato si accompagna a una bassa potenza di rotazione..
  • Convincono per il favorevole rendimento volumetrico.
  • Sono idonei ad una vastissima gamma di applicazioni.

     

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